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# 15 –  A volte ritornano

 

di Carmelo Mobilia

 

 

 

Le strade di San Francisco sono note per gli inseguimenti mozzafiato che si vedono nei film, ma la notte spesso sono tranquille e silenziose. Nessuno, per esempio, faceva caso ai due furgoni che attraversavano la città dirigendosi verso un anonimo magazzino del porto. Arrivarono a destinazione quasi senza far rumore. A quell’ora e in quella zona, comunque, non c’era nessuno che avrebbe potuto lamentarsi dell’eventuale rombo dei motori.

<Ecco siamo arrivati. disse il primo di loro, alzando la saracinesca <Scarichiamo in fretta, così ce ne andiamo a letto.>

Si trattava di uomini al servizio di Damon Dran, ex industriale degli armamenti ed ora aspirante boss del crimine di San Francisco  e la merce che si apprestavano a scaricare altro non era che il famigerato Ormone di Crescita Mutante o OCM in grado di dare superpoteri a chi lo assumeva ma anche di ucciderlo: una delle droghe più micidiali in circolazione.

<Volete andarvene a dormire, dopo?>

<E dove altro vuoi andare? Son le cinque del mattino ... è tardi pure per andare a putt...>

Improvvisamente, da dentro il loro magazzino un gruppo di uomini armati sbucò dall’oscurità e aprì il fuoco verso di loro.

<E’ UN’IMBOSCATA! RIPARATEVI!>

Trovando riparo dietro le casse o al furgone, anche gli uomini di Dran  cominciarono a sparare verso gli assalitori. In breve cominciò uno scontro a fuoco degno di un film di John Woo. I primi morti cominciarono a cadere da ambo le fazioni. Gabriel Silvera capì che erano spacciati, e che se voleva salvare la pelle doveva fuggire da quell’inferno. Strisciò sul pavimento e con un po’ di fortuna riuscì a salire sul furgone.

<GABRIEL! DOVE CAZZO VAI???>

<V-Vado a chiamare i rinforzi ...> disse, sudando copiosamente,

<NO! FERMATI! CI DEVI COPRIRE!> ma Gabriel non ascoltò minimamente i richiami dei suoi amici, e vigliaccamente schiacciò il pedale dell’acceleratore per scappare.

Non riuscì a sentirne la risata, perché coperta dal rumore degli spari, ma scorse soltanto la nube nera che fuoriusciva dal suo aliante e l’oggetto arancione che gli scagliò contro il parabrezza, prima che questo esplodesse distruggendo completamente il mezzo. Lo scoppio frastornò anche i gangster all’interno del magazzino, che a causa dell’onda d’urto , del fumo e del fischio nelle orecchie smisero per qualche attimo di spararsi.

<AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH  AH AH AH AH!>

All’inizio udirono solo una risata provenire dalle fiamme, e solo dopo qualche istante intravidero la figura incappucciata che si avvicinava minacciosamente a loro.

 

Forest Hill. Un’ora dopo.

 

Ben la guardava dormire, tranquilla e beata. Era la visione più bella a cui poteva assistere, dopo le settimane passate in ansia per lei. Il nuovo taglio e il colore di capelli le donavano moltissimo. Da quando Helen era tornata a casa si era preso tre giorni di malattia ed era stato con lei. Non erano usciti di casa e avevano parlato a cuore aperto di tutti i loro turbamenti. Quasi tutti, almeno. Con il suo ritorno sentiva finalmente di essersi lasciato il peggio alle spalle. Mentre si allacciava la camicia la sentì mugugnare a letto.

<Ssssh... torna a dormire, tesoro. Serpico va al lavoro.> le rispose.

<Stendili tutti, tigrotto.> disse lei, sarcasticamente.

<Spiritosona...> le disse, baciandola sulla tempia.

Quando arrivò sul luogo del delitto, pensò che era addirittura peggio di quanto s’aspettasse... e dire che ne aveva viste, nei panni del Ragno Rosso. Il nastro giallo della polizia era tutto intorno al magazzino. Davanti all’ingresso, un agente teneva alla larga un giornalista.

<Te ne devi andare, hai capito? Niente stampa al momento! Il capo rilascerà una dichiarazione più tardi!>

<Cosa state nascondendo, lì dentro? Il pubblico ha il diritto di sapere! Questa è chiaramente opera di un metaumano! Non è che c’entra il Ragno Rosso vero?>

Ben trasalì per un secondo, sentendo il nome del suo alter ego.

<Beh? Che t’è preso?> gli domandò il suo collega Damon Ryder.

<Uh ... nulla. Dì, chi è quel giornalista? Come mai è già qui?>

<Oh si ... è Jack Morris, del San Francisco Chronicle. Un giornalista d’assalto. Si dice che paghi dei bei pezzi a qualcuno dei nostri per avere le soffiate in anteprima. >

<Un addetto della stampa che ce l’ha con me.  Mi ricorda i tempi di New York. Dev’essere la tipica fortuna dei Parker... > pensò tra se e se Ben, prima di mettersi al lavoro con il resto della squadra CSI.

<Mio dio ...> esclamò uno di loro entrando. Lo scenario era, effettivamente, raccapricciante: una dozzina di uomini massacrati brutalmente.

<Guardate qui sul muro ... cosa credete che possa aver provocato , questi segni?>

<Pare causato da un raggio laser ...> disse Ben, lisciandosi il mento.

<Qui invece pare sia esplosa una granata> disse Damon, in un altro punto del magazzino <Ma la cosa curiosa è che tutt’intorno ci sono sparse strane schegge arancioni ... assomigliano quasi a pezzi di ...>

<Zucca ...> disse Ben, con l’espressione di chi ha appena avuto un incubo.

 

Periferia di San Francisco. Villa Dran.

 

<Hanno ucciso dodici dei nostri, bruciato la roba e fatto saltare il magazzino?>

<Si capo, è così. Pare che gli avessero teso un’imboscata.>

<Inoltre questo sicario non è un uomo qualsiasi. Pare abbia un arsenale mai visto.>

<Sembra che questo “Signore del Crimine” faccia sul serio. Ma se pensa che io sia un tipo che s’impressiona per così poco evidentemente non conosce Damon Dran. Ora la palla passa a noi ed è il nostro turno di  attaccare. Lui ha fatto esplodere uno dei nostri magazzini? Beh mi sembra giusto ricambiare la cortesia .>

 

Sede della C.S.I. Ore Dopo.

 

<Dì un po’ Ben... tu non ci hai mai pensato?> chiese Damon, mentre lavorava sui frammenti raccolti.

<A cosa?>

<Ai superpoteri. Tutto ‘sto casino in fondo lo stanno facendo per questo ... cioè, non che li stia giustificando, sia chiaro, ma non posso negare di comprendere perché la gente si voglia fare di questa roba. Voglio dire, chi non ha mai pensato ad avere dei superpoteri? Ad avere una superforza, a correre alla velocità del vento  o addirittura a volare? Essere simili agli dei … sai, penso che in fondo sia per questo motivo che in giro c’è quest’isteria per i mutanti o per gente come l’Uomo Ragno ...l’invidia. Invidia per le loro capacità sovrumane.>

Ben deglutì.

<Ehm senti, che ne dici di concentrarsi sul lavoro anziché divagare con la fantasia?>

<Ottimo suggerimento Reilly. Avete novità sulla strage del posto? Qualcosa che possa aiutarci ad inchiodare quelle carogne?> disse Sabrina Morrell, entrando nel laboratorio.

<Per cominciare tenente, devo dirle che la roba in quel magazzino non è la stessa che abbiamo trovato in corpo a quel ragazzo una settimana fa. Questa conferma i nostri sospetti: in giro ci sono due diversi tipi di OCM, lavorati diversamente. Questo significa che esistono due tipi di distribuzione differente e che ...>

<E che dunque ci sono due gruppi di trafficanti, due bande che si stanno facendo la guerra per il controllo dello spaccio. Maledizione, sarà un bagno di sangue ...>

<Io forse ho trovato qualcosa che possa condurci al nostro killer. Non ci sono impronte sopra ma guardate cosa sono riuscito a ricostruire ... è davvero qualcosa d’insolito. Avevi ragione, Ben, è davvero una zucca ... una zucca di Halloween.>

<Mio dio ...> esclamò con un filo di voce.

<Che c’è Reilly? Hai già visto qualcosa del genere?>

<Si, tenente. A New York. Apparteneva ad un pazzo assassino ...>

 

In uno Starbucks sulla 201 Powell Street - San Francisco

 

Hobie Brown abitava a San Fran (come la chiamava suo fratello Abe ai vecchi tempi) da poco tempo ma già si era ambientato bene. Ogni mattina, prima di andare al lavoro,veniva qui, si sedeva allo stesso tavolino accanto alla vetrina, ordinava un cappuccino e un muffin e si leggeva il giornale in santa pace, da cui ritagliava tutti gli articoli relativi al presunto omicidio compiuto dal Ragno Rosso. Presunto, esatto. Perché sebbene non avesse mai conosciuto personalmente, non ci voleva un genio per capire il collegamento che questi aveva con l’Uomo Ragno ... e l’Uomo Ragno non era un criminale. Anzi, era stato proprio lui ad impedirgli di diventarlo lui stesso. No, non era stato lui. Ci avrebbe scommesso il suo ultimo dollaro. E poi, non aveva letto sul Bugle che aveva catturato Venom, qualche anno fa?

<Sta tranquillo amico. Ci penso io. Vorrà dire che la prima missione di Prowler qui in California sarà provare l’innocenza del Rosso trovando il vero assassino di quel giornalista.> pensò mentre sorseggiava il suo caffè.

 

Sede dell’unità C.S.I.

 

La giornata di Ben era cominciata all’alba, per cui s’era concesso una break, il tempo di un caffè, e approfittò della pausa per telefonare a Peter; a New York era ora di pranzo per cui era certo di non disturbarlo.

 

<Pronto Peter?>

<<Ehi Ben! Come va?>>

<Bene  ... io ed Helen stiamo bene. Senti, sono al lavoro e non crederai mai che cosa abbiamo trovato ...>

<<Non una cosa buffa, altrimenti non mi avresti chiamato così d’impulso. Di che si tratta?>>

<Tieniti forte: una bomba-zucca.>

<<Accidenti ... sei certo che si tratti di...?>>

<Scherzi?  E come potrei sbagliarmi?>

<<Si, hai ragione. Domanda stupida la mia. Scusami. >>

<Pensi che Norman possa essere tornato a dare di matto?>

<<Lo escludo. Ha un alibi di ferro. Ieri sera era ad un ricevimento qui a New York.  Ho visto le foto scattate di un mio collega al Bugle.>>

<E se si trattasse di un falso, di un sosia? Oppure ...>

<<Non era Osborn quello dell’altra sera , Ben. Fidati. >>

<Meglio così. Ma escludendo lui, chi rimane? Pensi che si possa trattare di Kingsley? [1]>

< <E’ da parecchio che non ho suo notizie ... non lo so amico, a questo punto mi sento di non escludere nessuna pista. Ma non sarebbe la prima volta che cede il proprio mantello a qualcun altro...>

< Hobgoblin , la scalata alla mala, nessun indizio su chi possa essere .... Maledizione ! Credevo di essermi lasciato alle spalle tutti questi dannati misteri legati ai Goblin, e invece sembrano perseguitarmi ...>

<<Tipica fortuna di noi Parker, direi.>>

< Mi sa che hai proprio ragione,” tigrotto”... >

<<Spiritoso. A proposito, MJ deve venire in tournèe dalla tue parti, tra poco.>>

<Ah grazie per avermelo detto. Ci porterò Helen.>

<<Tienimi aggiornato su questa faccenda delle zucche, ok?>>

<Lo farò. Senti, ora torno al lavoro. Ti ringrazio per l’informazione. Ti faccio sapere quello che scopro.>

<<Sta attento.>>

<Tranquillo. Non farò nulla che non faresti anche te.>

 

Holy Cow Night Club, San Francisco, qualche sera dopo.

 

I fratelli Drukowsky incutevano timore già dal loro aspetto: entrambi altri, grossi e con l’aria cattiva. Erano due dei migliori consiglieri di colui che si fa chiamare il Signore del Crimine e questo dava loro la possibilità di indossare abiti di sartoria, guidare auto costose e di frequentare locali di lusso come questo in compagnia di splendide escort, ma tutto il denaro del mondo non gli avrebbe tolto quell’aria da scaricatori di porto e quei modi rozzi tipici di chi viene dalla strada. Entrarono senza salutare e trattando il maitre  con aria di sufficienza si fecero dare il solito tavolo. Si misero a chiacchierare, ignorando la musica ad alto volume, e iniziarono a stuzzicare le ragazze, quando un cameriere si presentò al tavolo con una bottiglia di champagne.

<Beh? Mica te l’abbiamo ordinata noi ...> gli disse Roger, il fratello maggiore.

Il cameriere era alto, ben piazzato, con lunghi capelli bianchi.

<Ma questa è un omaggio, signore, da parte di un amico.>

<Amico? Che amico?>

<DAMON DRAN vi manda i suoi saluti ...>

Gli occhi del cameriere iniziarono a brillare di una luce intesa; subito dopo tutto il corpo prese ad illuminarsi, fino a quando un’enorme esplosione riecheggiò  per locale.

 

Meno di un’ora dopo, Sabrina Morrell della squadra omicidi e l’unità CSI erano sul posto.

<Un'altra esplosione nel giro di una settimana. Dammi qualcosa, Reilly ... anche questo omaggio del nostro appassionato di zucche?>

<Non ho trovato nulla, tenente, ed è questa la cosa strana... nessuna scheggia, nessun detonatore, niente di niente...>

<Com’è possibile compiere una strage del genere senza lasciare traccia?>

<Non me lo spiego. Non ho mai visto niente del genere...> disse, ma in realtà un’idea su chi potesse essere il colpevole se l’era fatta, anche se pregava di sbagliarsi. Fu il suo amico Vin Gonzales, giungendo sul posto, a dare conferma dei suoi sospetti:

<Mi scusi tenete, ma forse so io com’è successo …> disse.

<Che vuoi dire, Vin?>

<Stiamo interrogando alcuni testimoni e hanno parlato di un, cito letteralmente, “cameriere che s’è messo a brillare e poi s’è fatto saltare in aria”. Penso si tratti di un metaumano.>

“Nitro... proprio come temevo.” pensò Ben dentro di se.

<E’ stata un’esecuzione allora... maledizione. E’proprio come temevo. E siamo solo all’inizio. La cosa non farà che peggiorare ...>

Ben Reilly non disse una parola, ma l’espressione del suo viso concordava con l’affermazione della donna.

 

Laboratori della Oscorp. Il giorno dopo.

 

<Come sta rispondendo alla cura paziente?>

<E’ stabile dottore. L’incubatrice sta tenendo a freno la degenerazione cellulare, e il fisico sta rispondendo bene alla cura.>

<Benissimo. Aumentiamo la somministrazione del farmaco, allora.>

Tutti erano pronti a procedere, tranne l’assistente di laboratorio Clare Murphy che improvvisamente s’irrigidì.

<Murphy, non mi hai sentito? Procediamo con la somministrazione.>

<Ma dottore vede, io ... è solo un bambino. Vuole davvero continuare ad iniettargli quel siero? L’abbiamo ricavata da quella ....”cosa”.... inoltre...>

<Signorina Murphy> la interruppe il dottor Allen <Quel bambino ha solo quattro anni, ma lo vede anche lei, ne dimostra il triplo. Sa a cosa va in contro? A morire di vecchiaia entro la fine dell’anno! Cos’ha da perdere?>

<S-Si dottore lo so ma ... che senso ha curarlo dalla degenerazione cellulare se poi il vaccino non che abbiamo ricavato potrebbe attaccare l’organismo del paziente?>

Il dottor Allen si spazientì ulteriormente:

<Signorina Murphy, le ricordo che stiamo cercando una cura per la malattia di mr Osborn ... il paziente e il suo anomalo caso è il soggetto ideale da utilizzare come cavia ... oppure vuole andare lei a Norman Osborn a dirgli che la ricerca per la cura che lo sta uccidendo ha subito un arresto perché lei non voleva sperimentare il farmaco su un bambino che è comunque spacciato?>

La giovane Murphy si sentì mortificata e non aveva alcuna intenzione di controbattere.

<Bene, se si è convinta, procediamo.>

<Soggetto Tyne, David.  Aumentiamo la dosa del 25%  ...>

 

Ufficio “Drew & McCabe Investigazioni”.

 

<Posso entrare?> chiese Ben, bussando alla porta.

<Certo, entra pure. Dì, non è più comodo che appollaiarsi sul cornicione e bussare alla finestra? E sta tranquillo ... Lindsay è fuori, tornerà più tardi.> gli rispose Jessica.

<Beh allora.... si, lo è eccome. Sta trovata della “comunità dei ragni” è una gran comodità. Peter ha avuto una bella idea.>

<Si è vero. Ma dimmi biondino ... sei qui per una visita di cortesia oppure si tratta di lavoro?>

<Di lavoro purtroppo. Sono qui per il tuo talento da “segugio”.>

<Spara allora. Di che si tratta?>

<Hai letto il Chronicle, stamattina?>

<No ma ho da un’occhiata al TG sul web. Si tratta di quella cosa del porto?>

<Esattamente. Abbiamo trovato segni di raggi laser e peggio ancora delle bombe-zucca, come quelle che utilizzava Goblin a New York. Peter sostiene che si potrebbe trattare di un suo emulatore, Roderick Kingsley, che ha utilizzato l’alias di Hobgoblin, qualche anno fa, per...>

<Hai detto Roderick Kingsley? Lo stilista?>

<Si ... mi pare. Lo conosci?>

<Per via di Lindsay. Era un nome noto nel campo della moda. E si è messo a fare il supercriminale adesso?>

<Si è così; come ti stavo dicendo, puntava ai vertici della mala newyorkese facendo la guerra a Kingpin.>

<Hobgoblin ... ma se non ricordo male, stando alle mie fonti, era un criminale di nome Jason Philip Macendale che ...>

<Un impostore. O un sostituto, non so... per quel che ne sappiamo, comunque, è morto. Fatto sta che dietro a tutte le sue malefatte c’era lui.>

<Dunque, vuoi che mi metta a scoprire se Kingsley s’è spostato qui a Frisco, giusto?>

<Esattamente. O quantomeno se esiste un nuovo emulatore.>

Jessica si mise a riflettere, lisciandosi i suoi lucidi capelli corvini, poi disse:

<Bisogna cominciare dall’inizio. Se vogliamo scoprire i movimenti che Kingsley ha fatto o non ha fatto dobbiamo iniziare da lì. Telefonerò a Peter... intanto, fammi cercare un volo economico per New York ...>

E così dicendo si mise a digitare sulla tastiera del suo PC.

 

Ma la responsabilità di dar la caccia a questo nuovo Hobgoblin non poteva ricadere solo sulla Donna Ragno. Se lei andava  New York per indagare, cercare indizi a San Francisco toccava al Ragno Rosso. Per questo motivo nelle sere successive, dopo aver cenato e essersi visto un film assieme alla sua amata Helen, Ben indossava il suo costume e, librandosi in aria appeso alle sue ragnatele, volteggiava nei quartieri malfamati cercando dei furfanti a cui strappare informazioni. Era un metodo di ricerca lungo ed estenuante, ma lui non ne conosceva un altro. Spesso rientrava a casa facendo un buco nell’acqua. Lunghe serate trascorse al freddo malmenando farabutti ma nessuno che sapeva nulla di questo Hobgoblin o presunto tale.

Sarebbe stato  quasi tentato di credere che questo fantomatico personaggio non esistesse, se non avesse visto la zucca esplosiva con i propri occhi. Sebbene tornasse a casa con un pugno di mosche in mano, la voce che il Ragno Rosso andava in giro a fare domande su un certo “folletto incappucciato” cominciava a farsi largo, nel giro della malavita; così una sera in cui la nebbia era particolarmente densa, il Ragno Rosso ebbe una soffiata da un piccolo truffatore di zona relativa ad “un pazzo con un cappuccio ed un aliante che sta organizzando un grosso colpo” presso la baia. Era poco, ma almeno era una traccia. Si recò il cantiere abbandonato dove, secondo il suo informatore, il suo obiettivo stava pianificando il suo losco affare. Entrò nella palazzina di soppiatto, senza far rumore, attaccandosi al soffitto, confidando nel suo senso di ragno qualora incappasse in qualche pericolo.  Si accorse in breve tempo di essere incappato in una falsa pista: dentro l’edificio in costruzione non c’era anima viva. Nell’aria ristagnava uno strano odore, lo percepiva anche attraverso la maschera. Dopo essersi guardato intorno sentì qualcosa rotolare per terra; si voltò e vide che si trattava di una delle famigerate bombe-zucca.  Con un balzo si lanciò fuori dalla finestra poco prima dell’esplosione, ma l’onda d’urto dello scoppio e alcuni detriti lo investirono, stordendolo.

Non era spaventato per aver rischiato di morire, quanto dal fatto che il suo senso di ragno non lo aveva avvisato. Ma perché?

<Mi cercavi, ragnetto ?>

Lo vide arrivare:  il suo aliante era a pochi metri da terra e si spostava a passo d’uomo.  Aveva un incedere lento, quasi melodrammatico. Il suo mantello lacerato svolazzava spinto dalla corrente d’aria.

<Così finalmente ci incontriamo di persona. Sai, è da quando ho preso questi giocattoli che morivo dalla voglia incrociare la tua strada ...>

Il Ragno Rosso era ancora a terra, frastornato e indolenzito e incredulo: il suo nemico era lì di fronte a lui e il suo senso di ragno ancora taceva. Quasi come se percepisse i suoi pensieri, Hobgoblin gli svelò l’arcano:

<Sono certo che ti stai domandando perché il tuo senso di ragno non funziona ... è presto detto;  ho spruzzato nella palazzina in cui sei entrato uno speciale gas che ho in dotazione ... è quello che t’ha ingarbugliato il cervello.  Sei caduto nella mia trappola come un principiante ... e tu dovresti essere il terrore della malavita? >

Questo Hobgoblin sapeva il fatto suo, ma doveva essere un principiante, pensò Ben, dato che aveva il vezzo di far monologhi che ormai nessun criminale faceva più. Questo perché dava il tempo al loro avversario di riprendersi ed escogitare un piano.  Il Ragno Rosso infatti colse l’occasione per sparargli uno dei suoi dardi paralizzanti, ma vuoi per il gas, vuoi per l’esplosione, il gesto fu lento e dunque prevedibile, e Hobgoblin evitò il colpo.

<Bene, non volevo che fosse facile...> così dicendo Hobgoblin lo caricò con l’aliante a di ariete, ma il Rosso lo evitò spiccando un salto di cinque metri. Agilità e riflessi non erano compromessi, almeno.

<Sono ancora rintronato per via dell’esplosione, e senza il senso di ragno sono in netto svantaggio ... d-devo andare via di qui, schiarirmi le idee...> lanciò una delle sue tele e si diede alla fuga, lasciando il cantiere alle sue spalle. Hobgoblin virò con l’aliante e si lanciò all’inseguimento.

 

Partì un insolito inseguimento, di quelli che nemmeno queste celebri strade avevano visto mai: Hobgoblin stava alle costole del Ragno Rosso, cercando di colpirlo con le raffiche laser che sparava dalla punta delle dita, con affilati lame a forma di pipistrello o con le zucche esplosive che tirava fuori dalla borsa a tracolla. Lungo il percorso lasciavano una scia di distruzione:  buche sull’asfalto, finestre frantumate, auto parcheggiate che prendevano fuoco saltando in aria, il tutto mentre la diabolica risata di Hobgoblin riecheggiava nell’aria.

<AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH  AH AH AH AH!>

A parte un paio di pipistrelli-rasoio che lo colpirono di striscio, però, il Ragno Rosso rimase illeso; l’aria fredda della notte gli aveva schiarito le idee, aveva riacquistato quantomeno lucidità, se non il senso di ragno. La corsa finì presso il Golden Gate Bridge. Il Rosso si attaccò ad uno dei piloni e attese il suo avversario per contrattaccare. L’affrontare un pazzo sopra un aliante nei pressi di un grosso ponte rievocava macabri ricordi nella mente di Ben Reilly, ma era confortato dal fatto che stavolta non c’erano ragazze innocenti che potevano andarci di mezzo. Cercò di colpirlo con i suoi proiettili di tela, ma sterzando con il suo aliante il criminale si tolse dalla linea di fuoco, andando però ad impigliarsi verso un’enorme tela tessuta dal Rosso pochi istanti prima: era sottilissima, difficile vederla al buio, per questo Hobgoblin ci era caduto dentro, ma era anche meno resistente, per questo il Ragno Rosso si affrettò nell’attaccarlo. Gli si avventò addosso e accanì su di lui riempiendolo di pugni, il pazzo doveva aver assunto anche la formula di Osborn, pensò Ben, perché la resistenza ai colpi e la forza dei suoi non erano diversi da quella del Goblin originale. Si scambiarono colpi proibiti, fino a quando il folletto approfittò di un’apertura nella sua guardia per colpirlo con una scarica del suo guanto, che colpì in pieno petto il Ragno Rosso: una scossa da migliaia di volts attraversò il suo corpo, facendogli perdere la presa. Cadde verso il vuoto ma riuscì a lanciare una tela che spezzò la caduta. Una delle lame di Hobgoblin però la recise facendolo cadere sul ponte. L’impatto col cemento lo stordì. Nel mentre un camion stava passando di lì: il conducente vide l’uomo nel suo percorso e sterzò con il volante per evitare di metterlo di sotto, ma il rimorchio si sganciò e strisciando sull’asfalto, tra migliaia di scintille arancioni, si dirigeva pericolosamente contro di lui. Il Ragno Rosso riuscì ad evitarlo per un pelo, compiendo un lungo balzo sulla destra, ma lo sforzo dopo il brutale impatto di poco prima gli provocò un annebbiamento della vita e un forte capogiro. Hobgoblin lo puntava minacciosamente.

<Sei mio!> gridò in preda all’euforia dell’imminente trionfo, ma improvvisamente un rigido cavo metallico gli bloccò entrambe le braccia.

<Ma chi diavolo ....???> gridò e girandosi alla sua sinistra vide Prowler appeso ad un pilone del ponte. Questi si lanciò in picchiata verso di lui e lo colpì con entrambi i piedi, facendolo cadere dall’aliante, precipitando verso le gelide acque sottostanti. Grazie al suo mantello, Prowler planò poi verso il basso, raggiungendo il Ragno Rosso.

<Stai bene?> gli domandò.

<S-Sta attento ... lui ... lui non...>

Hobgoblin aveva ripreso il controllo del suo aliante, che lo recuperò prima che riuscì a toccare l’acqua.

<Vedo che hai portato un amico, Ragno. Vorrà dire che morirete insieme  ...> prese l’ennesima bomba-zucca dalla sacca e la scagliò verso i due eroi mascherati. La sfera non fece che pochi metri perché un dardo sparato da Prowler la colpì a mezz’aria, facendola detonare a pochi metri dal supercriminale: il suo mantello e parte del suo costume presero fuoco, e lui, preso dal panico, iniziò a volare in maniera irregolare, allontanandosi da lì, probabilmente andando a cercare di spegnere le fiamme nell’oceano. Prowler lanciò una cortina fumogena e coperti dal denso fumo nero, lui e il Ragno Rosso sparirono senza lasciare alcuna traccia, andando a rifugiarsi in un posto meno affollato, lontano da occhi discreti.

<Non per apparire ingrato, ma che ci fai tu qui?>

<Stavo facendo delle indagini per conto mio, quando ho sentito le esplosioni e ho seguito i disastri che vi siete lasciati dietro, che mi hanno portato al ponte.>

<Intendevo qui a Frisco ... siamo parecchio distanti dal Bronx.>

<Mi sono trasferito da poco. Mi hanno offerto un buon posto.>

<Beh amico mio, è il Signore che ti manda ... il tuo tempismo è stato impeccabile. Me la stavo vedendo veramente brutta, là sopra.>

<Ma chi era quel pazzo? Credevo che Hobgoblin fosse morto ...>

<No, non proprio .. o meglio, non quello vero... insomma, è complicato. In ogni caso, dobbiamo tenere gli occhi aperti: puoi star certo che ne sentiremo ancora parlare ...>

 

Ben rincasò stanco, turbato, ma illeso. Entrò dalla finestra il più silenziosamente possibile, com’era abituato a fare, cercando di non svegliare Helen, ma la ragazza era sveglia ad attenderlo.

<Ben ...>

<Helen, tesoro ... che ci fai ancora sveglia a quest’ora ...>

<E’ per via di Elizabeth, Ben. E’ venuta trovarmi, stasera...>

Ben s’irrigidì. Temeva che Elizabeth fosse venuta a casa a rivelare ad Helen che durante la sua assenza lui l’aveva tradita andando a letto con lei, e che lei adesso voleva che tornassero insieme, ma il motivo della visita della ragazza era ben più tragico.

<Non so come dirtelo ma ... pare che qualcosa sia andato storto, durante il trattamento che stavano facendo a David, e adesso ... >

<Cosa? Come sta David?> domandò in preda all’ansia e al panico.

<N-Non si sa .. v-vedi, è scomparso e ... dicono che si sia tramutato in un... mostro.>

Fu un colpo peggiore di tutti quelli che aveva subito quella sera. Ben Reilly si sentì morire.

 

Continua....

 

 

Le Note

 

Per ogni Uomo Ragno pare esista un Goblin pronto a combatterlo ... come una maledizione, che aleggia sulla vita dei Parker. Riassumiamo in due parole la carriera di questo folle criminale:

Roderick Kingsley era uno stilista di successo e miliardario che aveva costruito il suo impero attraverso legami malavitosi e pratiche non etiche. One of his criminal associates, George Hill, had stumbled upon one of the secret lairs of the original Green Goblin . Un giorno trovò uno dei covi di Norman Osborn, il Goblin originale (creduto morto in quel periodo) e prendendone l’attrezzatura e la formula che gli concesse i poteri, Kingsley decise di diventare un criminale in costume, assumendo il nome diTherefore he forged a new identity, with an altered costume as the Hobgoblin. Hobgoblin.

Qualche tempo dopo, Kingsley rapì il giornalista del Daily Bugle Ned Leeds e tramite l’ipnosi e potenti allucinogeni, convinse il reporter di essere lui Hobgoblin, e si mise in affari con Richard Fisk alias “la Rosa”, ambizioso boss della mala deciso a scalzare il padre, Kingpin, dando via ad un vera guerra di bande. Ned Leeds venne ucciso dai sicari di un assassino noto come “lo Straniero” e l’attrezzatura e il manto di Goblin passarono a Jason Philip Macendale, un tempo il criminale noto col nome di Jack Lanterna e committente dell’omicidio. Alla sua morte Kingsley tornò ad indossare il cappuccio, fino a quando l’Uomo Ragno non lo smascherò definitivamente.

 

Confusi? Beh in effetti le cose sono addirittura più complicate... Hobgoblin è stato inventato da Roger Stern nel 1980, quando scriveva The Amazing Spider Man, ma circa una ventina di numeri dopo lasciò la testata senza rivelarne la vera identità. Gli scrittori e l’editor delle  testate ragnesche: Tom De Falco, Peter David e Jim Owsleyl discussero a lungo su chi fosse in realtà Hobgoblin. De Falco optava per far si che Kingsley fosse in realtà la Rosa e che Richard Fisk invece fosse Hobgoblin (cosa che , a parti invertite, è di fatto poi accaduta) mentre Owsley, nel celebre speciale Spider Man vs Wolverine uccise il giornalista Ned Leeds, togliendolo dalla lista dei sospetti. Ma Peter David, che doveva rivelare l’arcano, decise che in base agli indizi sparsi per le varie testate nei mesi precedenti solo Ned Leeds poteva essere un Hobgoblin plausibile. Quindi rivelò che il defunto giornalista era stata la nemesi del Ragnetto degli ultimi anni.

 

Hobgoblin divenne dunque Jason Macendale,ma il personaggio non aveva più il carisma e il magnetismo che aveva in precedenza, divenendo uno degli avversari minori del nostro eroe. Quando nel 1997 Stern tornò a scrivere le gesta dell’Uomo Ragno decise di riprendere quella vecchia sottotrama, restituendo fascino e mistero al criminale rivelando che dietro a tutto questo c’è sempre stato Roderick Kingsley, l’Hobgoblin originale, che aveva manipolato gli eventi.

 

Ora invece sappiamo che qualcuno, in affari con il Signore del Crimine, ha deciso di indossarne il costume per ripeterne le gesta a San Francisco. Chi è costui? Quali sono i suoi scopi? Che legami ha con Kingsley? Eh per scoprirlo, dovete continuare a seguire le avventure del Ragno Rosso, sempre qui su MarvelIT J

 

Per adesso è tutto. A presto!

 

TWIMP!

 

Carmelo Mobilia